Nello scorso articolo ci eravamo soffermati sul rating nelle sue diverse forme; continuiamo ora, approfondendo l’argomento.
I tre diversi indicatori di rating visti assumono peso diverso, in relazione alla dimensione assunta dall’azienda oggetto di valutazione:
- Nelle piccole imprese con fatturato fino a 5 Milioni di Euro, il “rating” andamentale nel suo insieme assume ruolo predominante, rispetto al “rating” determinato sulla base di indicatori di bilancio.
- Nelle medie imprese con fatturato compreso tra i 5 e i 50 milioni di Euro, il “rating” andamentale assume un ruolo di primo rilievo, ma accanto ad esso il “rating” quantitativo aumenta il suo peso di importanza rispetto alla precedente categoria di imprese.
- Nelle grandi aziende con fatturato fino ad euro 500 Milioni di euro il “rating” andamentale assume un peso pressoché paritetico rispetto al “rating” quantitativo.
In relazione a quanto sopra, si capisce come sia molto importante per ciascuna azienda, monitorare con sistematicità le informazioni rilevabili presso la Centrale Rischi di Banca d’Italia, informazioni che influiscono appunto sulla formazione del “rating” andamentale; è importante che l’azienda conosca la propria situazione in Centrale Rischi, ne esamini attentamente i contenuti e modifichi, laddove possibile, tutti quei comportamenti spesso abitudinari ed inconsapevoli, che possono peggiorare l’analisi comportamentale che la banca monitora dalla lettura della Centrale Rischi.
In uno dei prossimi articoli, vedremo nel dettaglio come richiedere la Centrale Rischi, quali informazioni racchiude, come le stesse incidano sulla determinazione del rating andamentale e quali azioni si possono mettere in atto per cercare di migliorare gli indicatori.
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